mercoledì 5 febbraio 2014

Le insidie del proletariato possono minare il potere alla base



La vecchia Gina lava giorno dopo giorno le scale di marmo e i cessi del palazzo di vetro. Lo fa da quando era bambina. Lo faceva sua nonna e lo ha fatto la sua povera mamma. Sana tradizione di famiglia. La vecchia Gina continua a spingere con la pesante ramazza e accumula mucchi di carte di credito strappate, mozziconi di Davidoff e biglietti della metropolitana. Raccoglie l'immondizia e la rovescia con studiata tecnica nel secchio. Ogni piano poi ha il suo bravo cesso e anche in questo palazzo ogni cesso ha la sua brava merda straboccante e bisogna vuotarlo e pulirlo. La vecchia Gina lo fa. Lo fa senza protestare. Lo fa e basta.
Quando il secchio è pieno di merda, lei lo afferra con abilità e lo vuota stando ben attenta a non sporcare.
Adesso la vecchia Gina sta lavando le scale.
Nello stesso palazzo, il giovane finanziere d'assalto Di Davide conclude la sua intensa giornata. Il giovane Di Davide, come da superbe generazioni, non ha alcun rispetto per le fronti sudate e le mani callose.
Il giovane Di Davide dopo aver minacciato di licenziamento l'ultima delle sue segretarie, se ne esce sbattendo la porta. Non quella di cristallo. Quella dell'ufficio dell'ultima delle sue segretarie, che è di legno massiccio.
Incazzato come una jena si precipita all'ascensore. Guasto. Tra le imprecazioni e le urla all'indirizzo dell'amministrazione, tra gli occhi al cielo e gli sguardi al Rolex, infila la tromba delle scale. Due tre gradini alla volta. L'aspetta una cena con quella troia della Marlene. Probabilmente se la sarebbe scopata, la Marlene, ma più tardi, nell'intimità che solo l'attico che fa il solletico al cielo può dare, tra una coppa di champagne e una manciata di caviale. Ma più tardi. Ogni cosa a suo tempo. Prima ha da sistemare qualche formalità con quel vecchio stronzo del padre, della Marlene intendo. Il re della gomma da masticare.
Accelerando il passo, lancia uno sguardo alla signora Gina che lava le scale, ma è come se guardasse una macchia sul muro. La vecchia signora Gina che lava le scale.
-E spostati, vecchia scema! Fammi passare!-
-Faccia attenzione signore, le scale sono bagnate! Ohhhh!..-
Il giovane Di Davide si trova da subito in posizione orizzontale a circa un metro da terra. Poi ricadendo sbatte con la nuca su di uno spigolo di marmo. E qui siamo ancora al sangue. Successivamente la zucca si apre al secondo contatto col marmo, schizzando materia grigia sul corrimano e sul muro immacolato. Curioso come un filamento non bene identificato venga bloccato nel suo volo e resti appeso al grazioso disegno in ferro battuto della scultura nell'atrio. E qui, nell'atrio, il corpo si ferma in una stranissima posa che potrebbe per certi versi ricordare il cavallo trafitto di Guernica.

La signora Gina butta distrattamente un'occhiata all'orologio appeso alla parete. Scuotendo il capo riprende la ramazza e rassegnata si rimette a pulire.

Jakob

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